La Psicoterapia va in Campidoglio.

Alla vigilia della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, il 24 novembre 2018 in Campidoglio, nella splendida Cornice della  Sala della Protomoteca, si è svolto il convegno dal titolo Le radici della violenza tra realtà e falsi miti. 

L’affluenza è stata notevole,ben 300 partecipanti hanno potuto ascoltare i vari contributi dei relatori, che si sono susseguiti.

Obiettivo dell’incontro osservare e comprendere il fenomeno della violenza in famiglia da livelli molteplici: psicologico, biologico, sociale e culturale, con attenzione alle risorse che si possono attivare sul territorio.

La Prof.ssa A.M. Giannini docente di Psicologia Generale e Giuridico-Forense alla Sapienza ha posto l’accento sulle conseguenze della vittimizzazione secondaria in chi vive in un clima familiare di violenza, sulla trasversalità sociale del fenomeno, sulle ricadute psicologiche in chi assiste in modo continuativo a tali comportamenti e sull’importanza della formazione degli operatori di Polizia, in prima linea nell’accoglienza della vittima.

Attenzione alla formazione è stata posta anche dalla Dott.ssa E. Longo, antropologa e ricercatrice presso l’I.S.S. Dipartimento di Neuroscienze, soprattutto per gli operatori all’interno dei pronto soccorso, con la necessità di far riferimento ad un protocollo con regole chiare che uniformi gli interventi, limitando le influenze personali.

Gli interventi della Dott.ssa M. Ligas, presidente del Centro di Psicologia e Psicoterapia Funzionale di Roma e della Dott.ssa P. Bovo, direttore della SEF e vicepresidente della SIF, hanno analizzato dal punto di vista del Neo-Funzionalismo le cause della violenza e le alterazioni nelle donne vittime di violenza. Considerando le stereotipie maschili e femminili, rinforzate spesso dalle consuetudini sociali, come manifestazioni di un sistema di valori alterato sul piano cognitivo e indizi di future violenze agite in un caso e subite nell’altro.

Infatti l’impedire fin dall’infanzia ai bambini di vivere pienamente alcune Esperienze fondamentali, come la Forza nelle bambine o la Tenerezza nei bambini, per una convinzione errata per la quale le femmine devono essere composte e delicate ed i maschi aggressivi e duri, ha drastiche conseguenze, soprattutto in contesti di violenza in cui i ruoli maschili e femminili sono estremizzati. Le bambine saranno future donne incastrate in relazioni violente perché non in grado di sentire la forza per affrontare le situazioni e cercheranno qualcuno che le protegga, confondendo spesso nell’altro la violenza con la forza e la protezione; i bambini saranno futuri uomini sempre più aggressivi e violenti.

La Prof.ssa A.C. Baldry ha richiamato l’attenzione sugli orfani del femminicidio riconoscendo l’importanza di una buona valutazione e risposta in termini di intervento di prevenzione per future conseguenze psicopatologiche e/o di sostegno psicologico a seconda delle situazioni.

Con la Dott.ssa E. Pattini, dirigente psicologo della AUSL Parma, abbiamo visitato le aree cerebrali che ci fanno essere più o meno empatici, più o meno in grado di sentire quello che l’altro sente, evidenziando una differenza sostanziale tra uomini e donne, con maggiore capacità empatica di quest’ultime.

La Prof.ssa P. Fecarotta, presidente dell’Istituto di Psicoterapia Funzionale di Catania, ha concluso gli interventi suggerendo una riflessione sui bulli, sugli uomini violenti, sull’importanza del ruolo delle madri di figli maschi, e sui genitori e insegnanti troppo spesso persi, disorientati e non in grado di indirizzare, guidare. Il lavoro più importante da fare è proprio con questi adulti smarriti.

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