Scuola di Psicoterapia: gli estremismi a tavola

Scuola di Psicoterapia: gli estremismi a tavola

estremisti_piscologia_funzionaleA cura di  Germana Pagliaro
 Psicoterapeuta Funzionale

  Cosa è il cibo?

Cibo s. m. [dal lat. cibus]. – 1.Nome generico per indicare tutto ciò che si mangia.

Secondo il dizionario Treccani il cibo rispecchia una visione prettamente biologica secondo la quale tutto ciò che ingeriamo non è altro che il carburante che permette al nostro organismo di restare in vita. In realtà sappiamo che non si limita a questo.

Il cibo per tutti noi può essere ricco di simboli e significati diversi, mezzo di comunicazione, gioia della vita o ossessione distruttiva, espressione di identità e di appartenenza, al centro di forti legami o di grandi contrasti, sempre presente in riti e rituali e talvolta espressione di benessere o malessere psicofisico.

Nei secoli il modo di alimentarci si è modificato continuamente in seguito ad esportazioni ed importazioni da altri Paesi, nuove coltivazioni, sviluppo dell’industria, mutamenti climatici, cambiamento della società e delle nostre abitudini.

Anche in Italia, patria del buon cibo e grande caposaldo della dieta Mediterranea apprezzata in tutto il mondo, le cose sono cambiate.

 

scuola di psicoterapia

Da quando la televisione è entrata nelle nostre case e la pubblicità ha iniziato a bombardarci di spot da ogni dove gli italiani hanno iniziato a scoprire di avere nuovi bisogni.

“Troppe cose da fare e troppo poco tempo” sembra ormai un mantra che ci ripetiamo ogni giorno e quindi per mantenere il ritmo abbiamo bisogno di cibi industriali: surgelati, precotti, confezionati o take away.

Per mantenere dei costi contenuti i generi alimentari industriali vengono prodotti con materie prime scadenti e devono essere addizionati con esaltatori di sapidità chimici che stuzzicano il palato e creano dipendenza.

Le nostre sensazioni vengono giornalmente alterate: non riusciamo a non aggiungere sale e zucchero nelle nostre pietanze, non sappiamo più riconoscere un alimento genuino da uno manipolato.

In questa situazione in cui ci ritroviamo con nuovi bisogni da soddisfare e sensazioni alterate arriva una nuova emozione: la paura che unita alla confusione getta tutti nello smarrimento.

Più volte le cronache italiane hanno visto protagonista la Guardia di Finanza indagare su come la camorra controlli l’intera filiera di numerosi prodotti che finiscono sulle nostre tavole, vengono scoperti capannoni di cibi scaduti riciclati come nuovi, sequestrato cibo in putrefazione destinato ad essere messo in commercio nei supermercati. A questo si aggiunge l’allarme dato dagli animalisti sulle condizioni lager degli allevamenti nonché scoperte su correlazioni fra il consumo di diversi cibi e malattie.

In questo mix di paura, senso di poca protezione, sensazioni alterate, confusione, mancanza di fiducia, l’unica via di salvezza è il Controllo.

Più lo usiamo più possiamo essere sicuri che il cibo che ingeriamo non ci ucciderà.

 

Cosa succede quando usiamo eccessivamente il Controllo?

Il rischio è di ritrovarci intrappolati in estremismi rigidi che possono cambiare del tutto la nostra vita soffocando la ricchezza delle nostre sensazioni e emozioni.

Vediamo in particolare quali sono i gruppi più comuni di chi sceglie di non essere onnivoro:

I Vegetariani sono tutti coloro che non mangiano carni rosse, bianche e pesce.

I Vegani sono tutti coloro che rifiutano lo sfruttamento degli animali e pertanto non mangiano carni bianche, rosse, pesce e derivati animali come latte, uova, e basano la loro alimentazione su cereali, legumi, verdura, frutta e semi.

I Crudisti vegani sono i vegani che si cibano principalmente di vegetali crudi non sottoposti ad un riscaldamento oltre una certa temperatura per non perdere le proprietà di attivazione enzimatiche nel nostro corpo.

I Fruttariani non mangiano tutti gli alimenti di origine animale e tutti prodotti vegetali che non derivino dai frutti. All’interno della corrente di pensiero esistono numerose sotto-varianti.

I Locavori sono i sostenitori del cibo a Km 0. Il cibo consumato deve essere prodotto nel giro di un centinaio di chilometri. Questo favorisce l’assoluto controllo e la sicurezza sulla provenienza e la tranquillità nel non aver contribuito all’inquinamento riducendo l’emissione di CO2 nel trasporto.

I Macrobiotici sposano la filosofia macrobiotica basata sull’equilibrio tra le forze antagoniste e complementari dello Yin e Yang. E’ importante conoscere la combinazione qualitativa e quantitativa tra i diversi cibi (considerandone suono, colore, forma, aroma, odore) ed è importante anche la sequenza di immissione del cibo nella bocca secondo un ordine preciso.

Alcuni di questi estremismi si trovano sul bordo che separa la salute psicofisica dalla patologia; situazioni sfumate in cui chi inizia un comportamento evitante nei confronti del cibo, unito ad un eccessivo controllo, rischia di cadere in comportamenti al limite del disturbo fobico-ossessivo.

Gruppi come i Melariani che mangiano solo mele, o i Paleo che seguono una dieta simile a quella della società Paleolitica o i Freegan che si nutrano di scarti, ne sono un esempio.

I più estremisti sono di certo i Respiriani, i quali evitando di assumere alcun nutrimento che non sia respiro e luce, rientrano in una forma severa di anoressia nervosa che può talvolta portarli al collasso o la morte.

Le scoperte fatte dal Dr. Warburg, premio Nobel per la medicina nel 1931, mostrarono che era possibile prevenire il cancro assumendo dei cibi alcalinizzanti che rendevano sano l’ambiente cellulare e quindi evitando i cibi che acidificano il corpo, come zucchero e cibi di origine animale. Allo stesso modo oggi il WCRF (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro) fornisce le linee guida per mangiar sano e prevenire le malattie. E’ ovvio dunque che seguire le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è importante per la nostra salute ma può divenire un comportamento patologico quando è intriso di un Controllo esasperato e da condotte evitanti, da ipocondria e pensiero fobico ossessivo, fino a sfociare nell’Ortoressia.

 

Cos’è l’Ortoressia?

L’Ortoressia è un disturbo del comportamento alimentare a carattere ossessivo-compulsivo che indica l’ossessione psicologica per il mangiare sano.

Quali caratteristiche ha?

  • Aumento esagerato del controllo sul cibo, sulla tipologia,sul dove acquistarlo, sulle modalità di cottura
  • Chiusura totale delle sensazioni: non scelgo ciò che mi piace, ma ciò che mi fa star bene
  • Pianificazione settimanale ossessiva dei pasti
  • Utilizzo di grande parte del proprio tempo da dedicare alla ricerca o alla coltivazione del cibo sano
  • Difficoltà relazionale causata dalla difficoltà sociale di rispettare sempre tutte le regole auto imposte

Fra i disturbi del comportamento alimentare è la patologia più recente ma in rapida ascesa anche fra i non più giovanissimi.

 

Cosa accade in chi si ammala di un disturbo alimentare?

Secondo il NeoFunzionalismo non si parla di “malattie” ma esiste un organismo che si altera nei suoi Funzionamenti di Fondo, funzionamenti che non sono soltanto di tipo cognitivo ma anche neuroendocrini, neurovegetativi, cognitivi, emotivi, nonché sensoriali, motori e posturali. Il Funzionalismo moderno (o Neo-Funzionalismo) guarda, infatti, alla persona nella sua totalità, nella sua interezza: sempre di più è dimostrato che mente e corpo non sono separarti, e che la mente non controlla tutto il nostro modo di essere, non controlla “dall’alto” il nostro corpo. (Rispoli L. 2010)

Interessante è sapere che i Funzionamenti di Fondo non sono i comportamenti e gli atteggiamenti, ma è qualcosa che sta alla base della nostra esistenza: sono loro che danno origine ai vari comportamenti, ai pensieri,alle  emozioni, ai gesti e agli atteggiamenti che le persone mettono in atto nelle varie e differenti situazioni. 

I Funzionamenti di fondo sono delle vere e proprie capacità  che si sviluppano e si consolidano a partire dall’infanzia: nascono dalle Esperienze di Base, cioè quelle esperienze fondamentali che il bambino, nel crescere, deve attraversare in modo pieno e positivo per conservare salute, benessere, potenzialità di vita. Queste capacità di fondo si sviluppano in modo positivo se il bambino attraversa positivamente più e più volte le Esperienze di Base (naturalmente con l’aiuto dei genitori e delle altre figure di riferimento) durante le fasi del suo sviluppo.

Ma se l’ambiente circostante non ha aiutato o ha ostacolato un attraversamento positivo e pieno di qualcuna delle Esperienze di Base, allora quell’individuo si troverà ad avere alcuni Funzionamenti di fondo alterati, che nel tempo sfoceranno inevitabilmente in sintomi e disturbi.

Il Neo-Funzionalismo ha studiato, individuato e descritto in modo preciso tutte le Esperienze di Base che gli esseri umani devono sviluppare e consolidare nella loro vita per poter arrivare possedere i Funzionamenti di fondo pieni e aperti; in tal modo oggi è possibile valutare approfonditamente se ci sono alterazioni (accumulate nel tempo) nel funzionamento delle persone, anche prima che si manifestino sintomi e disturbi: alterazioni di cui molto spesso le persone non si accorgono, se non quando i disturbi sono già esplosi.

Vediamo degli esempi concreti che ci chiariscono quali possono essere i disfunzionamenti che sono alla base dei disturbi dell’alimentazione. 

E’ possibile riscontrare una situazione di poca Protezione durante l’infanzia, di non difesa dai pericoli reali o anche quelli immaginati, che finisce per generare un Controllo esagerato, una vigilanza dovuta ad un continuo e spesso sotterraneo allarme; un allarme, tra l’altro che la società attuale contribuisce ad intensificare con notizie paurose e poco rassicuranti. Ma la società attuale tende anche ad amplificare l’uso del Controllo spingendo i bambini sin da piccoli a un’attenzione concentrata ed intensa sia nella scuola che nell’uso di metodologie virtuali (videogiochi, telefoni cellulari, tablet, computer). Il Controllo esagerato porta facilmente a comportamenti rigidi, ripetitivi, stereotipati e finanche ossessivi come nelle condotte alimentari rigide e fortemente limitate.

Nella vita di questi soggetti si è a poco a poco accresciuta l’incapacità a Lasciare ed Allentare, cioè a rigenerare forze ed energie dopo sforzi di concentrazione e di attenzione, dopo momenti di stress in cui si devono affrontare situazioni da risolvere rapidamente ed efficacemente.

La Forza calma per modificare le situazioni circostanti non si è potuta sviluppare pienamente: la Forza si è trasformata piuttosto in una Forza passiva in una Forza a resistere (che può sostenere una volontà molto direzionata), che può poi rompersi e dissolversi all’improvviso, portando la persona da comportamenti di tipo anoressico e di condotte alimentari rigide a comportamenti di tipo bulimico o senza reali scelte benefiche.

Nei disturbi alimentari si riscontra anche una forte alterazione nel Sentirsi, nel percepire le proprie sensazioni corporee che ci guidano verso comportamenti benefici e ci fanno evitare comportamenti dannosi. In particolare manca il senso di sazietà ma anche le sensazioni di Benessere nell’alimentarsi e di Benessere in genere nella propria vita.

Riscontriamo molto spesso anche il comportamenti di poca Apertura verso gli altri e di poca Condivisione, che può far scivolare più facilmente questi soggetti nel praticare modi di agire che si discostano molto da quelli più comuni e condivisi dagli altri.

Nel tempo tutto questo condizione finisce per peggiorare un già alterato Funzionamento del Benessere ma anche una già precaria Vitalità e Gioia di vita.

Il malessere vero e proprio viene percepito solo quando le alterazioni si manifestano in sintomi chiari e determinati, come l’alternare il digiuno alle abbuffate, il vomito autoindotto, l’evitare in modo assoluto alcuni cibi, l’impossibilità di trasgredire e uscire fuori dallo schema alimentare rigido, il pensiero ossessivo sul cibo ecc.. e in questo caso si parla di veri e propri disturbi alimentari come l’anoressia, l’ortoressia o la bulimia.

L’intervento della Psicoterapia Funzionale su tutti questi disturbi può essere molto efficace, in quanto non si rivolge ai comportamenti, che sono solo gli effetti più esterni dei disfunzionamenti, ma interviene invece alla base, alla radice del problema; cioè proprio sui quei Funzionamenti di fondo che sono alterati, recuperandoli e riequilibrandoli attraverso delle Tecniche specifiche messe a punto dalla Psicologia Funzionale, che non agiscono solo sul livello della consapevolezza (molto spesso inadatto a veri cambiamenti) ma su tutti i livelli psichici e corporei che sono coinvolti nelle alterazioni dei funzionamenti di fondo.

E dunque l’intervento Funzionale sarà rivolto a ripristinare la gamma sana e piena di Controllo-Allentamento, a sciogliere di conseguenza i pensieri ossessivi e i comportamenti compulsivi, a riaprire le Sensazioni che permettono di fare scelte veramente benefiche, ad aumentare la Forza Calma per gestire il rapporto con la realtà e con il cibo in modo sano ed efficace, a riacquistare la Consistenza per non farsi deviare da mode o idee troppo lontane da verità scientifiche, a riprendere pienamente Vitalità nelle varie situazioni di vita anche quotidiane, nell’alimentarsi in modo sano ma anche con Piacere e con il gusto della convivialità e del Condividere.

E tutto questo in modo tale da restituire al cibo la giusta importanza e la giusta collocazione, e far ritrovare Benessere, equilibrio e amore per se stessi.

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