Alle radici della violenza

Per lo sviluppo di una vera cultura della legalità e della solidarietà

Premesse

L’importanza dello sviluppo evolutivo
Oggi conosciamo con molta precisione e certezza quali siano le difficoltà che ostacolano lo sviluppo e la costruzione della personalità di bambine, bambini e adolescenti.
Abbiamo la consapevolezza scientifica che per conservare vitalità e benessere anche da adulti, bambine e bambini debbano trovare protezione, calore, serenità, e soprattutto soddisfazione dei loro bisogni fondamentali, sino a che non siano pronti ad andare nella vita. Se non c’è protezione sufficiente e attenzione ai bisogni fondamentali si formeranno pericolose alterazioni del nucleo profondo del Sé: perdita di contatto con le capacità vitali, disagi, malesseri.
Il nucleo del Sé, reso fragile e insicuro, si aggrapperà a immagini esteriori di forza e di certezza, tenterà di compensare le carenze profonde inseguendo false sicurezze: il potere sugli altri, il facile successo, la violenza, il denaro a tutti i costi, il voler dominare.
Accade così che ragazze e ragazzi (ma soprattutto questi ultimi) ricorrano ad atteggiamenti patologici fatti di aggressioni, trasgressioni, violenza, sfide alla morte, situazioni di falsa eccitazione legate al pericolo e alla distruttività.

 

Violenza non innata e non inevitabile
La ricerca scientifica ha verificato in tutti questi ultimi anni come l’aggressività non sia in realtà un istinto, e dunque non sia affatto inevitabile.
Oggi sappiamo con certezza che la violenza non è innata, non è presente sin dall’inizio nella vita del bambino, ma è una alterazione, un disfunzionamento che si produce successivamente solo quando non vengono soddisfatti in pieno i bisogni del bambino.
Se l’ambiente circostante non riesce a far sentire il bambino pienamente accettato, compreso, valorizzato, la rabbia (che normalmente deve essere solo l’ultimo mezzo a cui il bambino ricorre quando tutte le altre modalità non hanno avuto effetto) finisce per accumularsi, per crescere e cronicizzarsi, fino a diventare aggressività, tendenza alla distruttività, bullismo, cattiveria, incapacità di usare una forza calma, serena e gioiosa.
Capire le vere radici della violenza è oggi di importanza fondamentale per affrontare i problemi sempre più acuti della società odierna, di aggressioni perpetrate da ragazzini sempre più giovani di età, di violenze gratuite, di esplosioni distruttive che incendiano sempre di più territori urbani e suburbani.

La violenza nelle mutate condizioni sociali
Una ricerca effettuata dalla Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale (a partire dallo studio di casi clinici, dal lavoro diretto con l’infanzia e l’adolescenza, e dall’attività che da anni essa svolge con insegnanti ed operatori sociosanitari) mostra come si stiano dilatando eccessivamente funzionamenti di durezza, di agitazione, di aggressività, alimentando un terreno su cui si innestano poi alterazioni, patologie, comportamenti devianti, comportamenti di violenza.
Videogiochi, Televisione, Computer, Realtà Virtuale, Velocità, Competizione spasmodica, Freddezza tecnologica, prendono sempre più spazio, creando ancora più squilibri nella struttura in formazione del Sé dei bambini.
Il bombardamento attraverso i mass-media di “modelli” improbabili e irraggiungibili, e di successi facili, la somministrazione continua di scene di violenza proposte come se fossero un qualcosa di scontato, contribuiscono ulteriormente alla alterazionedella personalità, escludendone la tenerezza, la calma, e aggravando le basi su cui cresce la violenza.

Necessità di interventi
Gli episodi segnalati dalla stampa ogni giorno (bullismo, violenze, droga) sono solo le punte più evidenti di una condizione di disagio e di malessere diffusi. Bisogna dunque intervenire al più presto per far recuperare in pieno il senso vero della esistenza, la solidarietà, il rispetto per gli altri, la natura e se stessi.
Dobbiamo evitare che personalità “infelici” cerchino un palliativo all’angoscia nella droga, nella sopraffazione, nella violenza, nell’impulso alla distruzione o all’autodistruzione. Dobbiamo agire, in fretta e in modo radicale, per salvare i nostri bambini e i nostri adolescenti.
Dobbiamo mettere in atto un’opera di prevenzione capace di agire ampiamente nella società, in grado di far ritrovare speranze e ideali; e soprattutto di collegare genitori ed operatori, società civile e religiosa, istituzioni e amministrazioni, scienza e professioni.

Costruzione dell’identità e prevenzione
Dobbiamo allora ripensare i processi di costruzione dell’identità dei nostri giovani senza più trascurare nessuna componente individuale (cognitiva, emotiva, psico-neuro-fisiologica, corporea), né alcuna componente sociale, al fine di recuperare un significato di largo respiro basato sul rispetto, sul contatto, sull’amore, sulla tenerezza, sulla spiritualità, componenti fondamentali per una pienezza di vita che non possiamo più trascurare, e che invece le accelerazioni, gli sviluppi tecnologici, i modelli precostituiti imperanti nei mass-media stanno distruggendo.

Una vera cultura della legalità e della solidarietà
Appare ogni giorno più urgente cercare di fermare il crescere della violenza e delle intolleranze favorendo lo sviluppo di una vera cultura della legalità e della solidarietà, capace di portare nel mondo una nuova speranza.
Molto si è speso per diffondere in bambini e in adolescenti concetti di legalità e solidarietà; ma perché questi sforzi risultino veramente efficaci, bisogna che incidano sui funzionamenti di fondo delle persone, sui loro processi più profondi, non limitandosi solo alla sfera più superficiale, solo ai livelli della consapevolezza e della volontà.
Si possono usare parole che vanno nella direzione della non violenza e dell’amore ma nei fatti essere profondamente incapaci di essere nella non violenza e nell’amore, di sentire profondamente questi sentimenti.

La disinformazione sulle vere origini della violenza
Infine, bisogna prendere atto che non c’è una informazione chiara, corretta, univoca sulle cause del dilagare della violenza.
Troppo spesso quello che passa non ha una base scientifica solida, non informa in modo chiaro: opinioni, idee, vissuti personali, emozioni si affollano nei mass-media creando confusione, alimentando dubbi, alzando polveroni, accrescendo contraddizioni. E’ il momento di procedere in una direzione precisa, di chiarire, di fare analisi serie, di dare uniformità al pensiero scientifico.

Obiettivi del Progetto
Arrivare a comprendere quali siano veramente i valori che ragazzi e genitori attribuiscono alla violenza, all’aggressività; e, dall’altro versante, alla legalità, all’amore. Portare alla luce cosa pensano veramente i ragazzi e i genitori su questi temi. Analizzare quali valori (positivi o negativi) vengono attribuiti a specifici comportamenti e atteggiamenti che esprimono la violenza o si collegano alla violenza.
Valutare precisi “funzionamenti” e processi di fondo sia di ragazzi che di genitori, con i quali viene letto, giudicato, interpretato il fenomeno della violenza al di là dei ragionamenti, in modo viscerale e diretto. Valutare gli stessi funzionamenti visti questa volta come le cause potenziali di comportamenti violenti, che ne sono alla base e all’origine.
Elaborare i dati e dare un resoconto informativo dei risultati del lavoro a tutti i partecipanti. Iniziare a costruire a partire da un Convegno una cultura delle legalità e della solidarietà.

Metodologia

  • Progettazione e messa a punto di questionari mirati all’analisi del punto a.
  • Progettazione e messa a punto di questionari mirati all’analisi del punto b.
  • Progettazione e messa a punto di questionari mirati all’analisi del punto c.
  • Analisi e codificazione dei risultati.
  • Interpretazione dei risultati e messa a punto di un primo modello interpretativo sulle radici della violenza che permetta di individuare le migliori strategie per lo sviluppo della pace e della fratellanza.
  • Il lavoro sarà svolto con il metodo della ricerca-azione.
  • Saranno organizzati nelle scuole incontri di gruppo per informare dei risultati ottenuti e promuovere una nuova e più decisa educazione alla pace.

(I questionari realizzati resteranno proprietà della Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale perchè realizzati con strumenti teorici della stessa)

Verifica del Progetto
Valutazione dell’interesse mostrato dai ragazzi al discorso della pace e non violenza.
Verifica del collegamento esistente tra funzionamenti individuali dei ragazzi e la loro modalità di interpretare la violenza.

Utenti
Il progetto è rivolto a 300 o più ragazzi tra i 14 e i 18 anni equamente divisi per sesso e classi sociali.

Operatori

  • Numero 3 psicologi esperti della materia in oggetto.
  • Numero 1 sociologo per analisi dati.
  • Numero 5-6 intervistatori.