Luciano Rispoli Psicoterapia Funzionale: Intervista sul Modello

Luciano Rispoli Psicoterapia Funzionale: Intervista sul Modello

Luciano Rispoli Psicologo

Luciano Rispoli Psicoterapia Funzionale 

Intervista a cura di Psicologia-Psicoterapia. 

Prof. Luciano Rispoli Psicologo, può spiegarci brevemente, il concetto di “Funzione”?

L’ottica del moderno Funzionalismo nasce come necessità di andare oltre la dicotomia corpo-mente, e di soddisfare un’esigenza di multidimensionalità fortemente avvertita nell’accostare insieme intervento verbale e non verbale in psicoterapia.

Nasce anche come esigenza di reperire un paradigma nuovo che permettesse di andare oltre i vari approcci psicoterapeutici esistenti, in uno sguardo complessivo che non trascurasse gli aspetti messi a fuoco dalle varie teorie cliniche.

Per far questo era necessario un vero e proprio salto epistemologico, con una concezione che prendesse in considerazione non le parti di un organismo umano, né le sue strutture, e neppure le categorie mente-corpo, ma qualcosa che potesse rappresentare al contempo il tutto e i dettagli, e che cogliesse il funzionamento di fondo alla base della vita umana.

Questo qualcosa di diverso era nel concetto di Funzione.

Il Sé può essere visto come organizzazione di tutte le Funzioni dell’organismo umano: i ricordi, il simbolico, le fantasie, le immagini, la progettualità, il tempo, la razionalità; ma anche le emozioni; ed anche i movimenti, le posture, la forma del corpo; nonché le sensazioni, la tensione muscolare, il sistema respiratorio; e ancora il sistema neurologico, il sistema neurovegetativo, il sistema immunitario.

Le rappresentazioni mentali o i movimenti del corpo sono altrettante Funzioni, che fanno parte insieme a tante altre Funzioni di un sistema più ampio e complesso che non si limita solo al “mentale” o al “corporeo”.

Le Funzioni non sono parti, pezzi dell’organismo; prendendole in considerazione non si corre il rischio di parcellizzare ancora una volta l’unitarietà della persona, dal momento che è l’intera unità e globalità del Sé che si esprime e che si rivela ogni volta in tutte le sue varie Funzioni.

E ogni Funzione è importante al pari di tutte le altre per la costituzione e lo sviluppo del Sé.


 

Quali innovazioni ha portato la psicologia Funzionale nel campo della ricerca nello sviluppo dell’infanzia?

La psicologia Funzionale considera il bambino come una persona completa sin dall’inizio, con tutte le Funzioni pienamente esistenti (anche se in modo più semplice che nell’adulto), nella quale corpo e mente sono integrati, tutti i livelli del Sé sono integrati, già dalla nascita.

Inoltre, con la Psicologia Funzionale abbiamo potuto studiare in modo nuovo lo sviluppo del bambino, individuando così per la prima volta i funzionamenti di fondo, cioè quei funzionamenti che sono alla base del suo crescere armonico, equilibrato e vitale.

Questi funzionamenti sono le Funzioni, ma anche le Esperienze di Base, cioè i mattoni su cui si costruisce la vita degli esseri umani, ovvero le modalità con cui si concretizzano i bisogni primari del bambino, e le sue capacità di agire e vivere in modo pienamente adeguato alla realtà.


 

Quando si parla di recuperare e ricostruire le “Esperienze Basilari del Sé”, cosa si intende?

Il primo punto che ci colpisce quando si parla di terapia riguarda il dove si va a modificare il funzionamento del paziente. Esistono due modalità fondamentali di concepire l’intervento terapeutico: ci sono terapie che agiscono sui comportamenti, sugli eventi esterni (così diversi in tutte le possibili differenti situazioni); e c’è, invece, un modo di intendere la terapia che interviene sui funzionamenti a monte (più che sui casi particolari della vita). Utilizzare le Esperienze di Base del Sé in terapia è proprio andare a incidere sui funzionamenti che sono all’origine e alla radice dei vari comportamenti, delle varie e diverse situazioni.

Se dobbiamo ricostruire la capacità di Contatto, non andremo a rincorrere le varie situazioni specifiche: di Contatto con i figli, con il partner, con gli amici, con i genitori, o con i colleghi di lavoro. Non andremo a rincorrere i vari episodi in cui il Contatto è stato buono o non buono, se è stato migliore con l’amico, o con il coniuge; in questa o in quell’altra circostanza. Andremo piuttosto a intervenire sulla Capacità di Contatto, pura e semplice: il Contatto per il Contatto, il Contatto che il bambino, la bambina, conoscevano bene prima di arrivare al disagio; il Contatto che ogni organismo vivente che funziona sa percepire e aprire. Andremo a recuperare la Capacità di Contatto carente e alterata, nel suo funzionamento di base. Dopodiché la persona saprà utilizzare questa Capacità di Contatto di fondo in tutte le situazioni: potrà mettere il Contatto nell’amore, nell’amicizia, nella propria famiglia, nel sesso, nel lavoro.

L’intervenire alle “origini” ha due vantaggi di notevole rilievo. Lavorando con le Esperienze di Base e intervenendo sul nucleo profondo della persona, non si è costretti a rintracciare tutti gli eventi della vita passata in cui quella Esperienza di Base era implicata.

Un secondo vantaggio altrettanto importante riguarda le tecniche terapeutiche. Agendo sulle Esperienze di Base, sui funzionamenti di fondo, si possono utilizzare tecniche chiare, dirette, lineari, tecniche che hanno la semplicità che contraddistingue i funzionamenti di fondo.

Nelle fasi del cambiamento più intenso e delicato non modificheremo le tracce del passato attraverso simulazioni e immaginazioni; nessuna “finzione” da parte del paziente o da parte del terapeuta può veramente produrre cambiamenti; non ci sono scene recitate né “come se” che possano avere risultati davvero profondi e stabili. Bisogna invece modificare realmente e concretamente le tracce che gli eventi del passato hanno lasciato, bisogna agire sui funzionamenti profondi, di base, della persona. E questo rende la terapia molto più efficace, e nello stesso tempo limpida nelle sue tecniche e semplificata nei suoi processi (ancorché complessa nel suo quadro generale).

Le tecniche per modificare i funzionamenti di fondo diventano, così, estremamente precise, e molto evidenti nei loro effetti. La terapia è complessa nel suo insieme (perché esistono numerose Esperienze di Base da ricostruire) ma semplice e lineare nella sua logica e nei suoi processi.


 

In che modo, secondo lei, i modelli di vita di oggi, influiscono sullo stato di salute psicofisica degli individui?

I modelli di vita di oggi influiscono innanzitutto sull’infanzia, e in modo molto profondo. I bambini e i ragazzi di oggi sono bombardati da modelli di successo a tutti i costi, di possesso, di bellezza e perfezione fisica; e dunque per loro è molto difficile sentirsi veramente adeguati a questi modelli, e avere il tempo di crescere, di trovare la propria strada, di acquisire poco a poco capacità e competenze.

Inoltre, tutto è sempre più veloce, computer e videogiochi insegnano accelerazioni, facendo perdere lentezza, calma, piacere del movimento ampio, piacere del contatto.

Infine, violenza e aggressività sono più presenti in modo sempre più aspro e massiccio nei film, in televisione, nei videogiochi, e stanno producendo una corrispondente crescita di violenza e aggressività nei comportamenti umani.

Tutto questo ha conseguenze molto gravi nei bambini e negli adolescenti , ma produce guasti anche negli adulti: sempre meno si rispetta la vita, la natura, l’altro, le norme di convivenza. Gli unici valori che rimangono, invece di vivere e percepire la vita, sono solo quelli di accaparrare denaro, potere, oggetti di consumo, e di sopraffare gli altri.


 

In quali campi il Modello Funzionale può essere applicato?

Ci sono applicazioni estremamente interessanti non solo nella psicoterapia ma anche nella prevenzione e negli interventi sociali.

Oggi è possibile avere dei segnali molto precoci che sono “predittivi” di problemi e patologie che possono colpire più tardi bambini e adolescenti. La psicologia Funzionale ci permette di realizzare interventi di prevenzione e riequilibrio delle disarmonie e delle alterazioni nascenti in modo molto mirato, profondo ed efficace.

Ma le applicazioni sono anche altre, numerose ed estremamente interessanti e promettenti.

Si possono studiare a fondo i meccanismi dello stress cronico e reperire nuove metodologie di intervento, per scioglierli e curarli in modo molto efficace.

Si può guardare al mondo del lavoro e alle aziende, individuando i processi del “benessere” al suo interno, che, finalmente, possono far convergere su una base comune lavoratori e imprese.

Si possono affrontare con la terapia o il counseling problematiche di coppia, di famiglia, di gruppi, di equipe, di istituzioni e di intere città.

Il segreto è in una nuova visione, capace di individuare ed avere accesso ai funzionamenti di fondo (che sono caratteristici di ogni organismo vivente individuale o collettivo), per poter effettuare diagnosi molto approfondite e specifiche, e progettare interventi mirati, dettagliati ed estremamente efficaci (proprio perché permettono di cambiare i funzionamenti di fondo e non comportamenti e atteggiamenti più superficiali).


 

Prof. Rispoli, lei forma allievi anche all’estero. Le vorremmo chiedere: quali sono a suo modo di vedere le differenze più marcate tra il mondo della psicoterapia in Italia, e fuori dal nostro paese?

Indubbiamente oggi in Italia c’è una legge tra le più avanzate esistenti, che pone su un piano di grande dignità scientifica la psicoterapia e le strutture che formano a questa elevata e delicata professionalità. In altri paesi c’è ancora confusione tra interventi che aiutano le persone a vari livelli e la psicoterapia.

Ma anche in Italia andrebbe posta molta più attenzione alla ricerca scientifica.

La psicoterapia del futuro, come ho proposto in un Congresso Internazionale da me organizzato a Napoli nel 2002, ha un grande compito: riunire insieme l’universo frastagliato e confuso della “terapia” e aprire la strada a interventi a tutto tondo, mente-corpo

Tutto ciò ci porrebbe in grado, finalmente, non solo di curare veramente le persone, ma anche di dar vita a un cambiamento sociale e culturale che potrebbe aprire finalmente una strada nuova per salvaguardare e proteggere le future generazioni, per portarle su livelli di salute e di armonia indispensabili alla vita e indispensabili alla sopravvivenza degli esseri umani.

Potrebbe essere il solo modo per avere serie speranze di salvare il pianeta e l’umanità.


Intervista a cura di Psicologia-Psicoterapia. giugno  2013

Vedi anche: Scuola di Psicoterapia

 

Share